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Intervista con Giovanni Barbieri

sceneggiatore professionista di fumetti e cartoni animati

Aspettando il Corso di Visual Storytelling di Giovanni Barbieri - in calendario alla Mostra-Lab "Percezioni" - 

alla Pinacoteca comunale di Cesena in ottobre 2015 - lo abbiamo intervistato per voi...

Come definiresti chi sei come professionista e quello che fai?

G.B. Diciamo che scrivo per vivere. 

 

Passione e professionalità: quanto sono "mischiate" nel tuo lavoro?

G.B. Sono un mix con percentuali variabili secondo l'incarico che ricevo.  

 

Come è nata la tua passione per l'arte sequenziale?

G.B. Leggevo fumetti prima di imparare a leggere, interrogandomi su cosa dicessero i personaggi.

I miei primi fumetti li ho realizzati alle elementari, quindi per me non c'era speranza!

 

Ti sei avvicinato prima alla scrittura o al fumetto?

G.B. Prima al fumetto, la scrittura è venuta dopo. 

 

I tuoi fumetti preferiti nell'infanzia?

G.B. Zagor di Nolitta/Ferri, i Peanuts di Schulz, Topolino, Astérix. Poi con l'adolescenza sono arrivati i super eroi e più in là i fumetti

di Moebius, Magnus, Pazienza... 

 

Chi - se costretto - definiresti un vero Maestro (in senso lato) e perché?

G.B. Un Maestro per me è Vittorio Giardino, con cui ho avuto il grande piacere di lavorare.

Mi ha colpito la sua capacità di appassionarsi ed entusiasmarsi nella realizzazione di un fumetto, il nostro Eva Miranda.

 

All'inizio per Fumo di China ti firmavi l'Anemico, c'è un significato che vuoi condividere?

G.B. Lo pseudonimo nasceva da una voglia di mettermi alla prova: volevo essere giudicato per quello che scrivevo e non per il nome

che portavo. Poi, a dire la verità, un po' carente di ferro lo sono davvero... 

 

Come sei approdato alla televisione?

G.B. Mi sono candidato all'agenzia Red Whale di Francesco Artibani e Katja Centomo, loro mi hanno preso sul serio e mi hanno fatto

fare una prova di sceneggiatura. L'ho superata e ho cominciato a lavorare. 

 

Com'è scrivere per cartoni animati rispetto alla carta stampata?

G.B. Si tratta di una scrittura con molti più vincoli e, diciamo, più "tecnica", perché lo staff che la deve trasformare in cartone è davvero numerosissimo e bisogna che le informazioni essenziali arrivino a tutti.

Nel fumetto lo scrittore dialoga col disegnatore in modo più libero. 

 

Come nasce una sceneggiatura per fumetto? (domanda cosmica)

G.B. Prima viene l'idea, poi questa viene sviluppata in un soggetto e infine questo si trasforma in scene e dialoghi, ovvero la sceneggiatura.  

 

Dove trai ispirazione? Come nutri il tuo talento artistico?

G.B. Lo sceneggiatore ha sempre le antenne ben tese a captare tutto, cercando costantemente di rubare idee alla realtà.

La vita è la principale fonte d'ispirazione, non la fiction: quella è ispirazione di seconda mano.

 

Come è nata la soap opera Eva Miranda?

G.B. Da un desiderio di Vittorio Giardino di cimentarsi con un registro umoristico e tirare qualche frecciatina satirica.

Ci siamo molto divertiti!

 

Qual è la tua "creatura" / opera / lavoro a cui sei più affezionato?

G.B. Com'è consuetudine dovrei risponderti "la prossima", ma in realtà sono molto legato a Macchina Suprema, un graphic novel

realizzato con Gianluca Costantini, Pasquale Todisco e Armin Barducci. 

 

Nel panorama attuale chi sono gli autori di visual storytelling più interessanti? I tuoi preferiti...

G.B. Ci sono autori che hanno toccato punte di virtuosismo come lo statunitense P.C.Russel, il tedesco Andreas e l'italiano Paolo Bacilieri.

Un grande maestro del passato è Gianni De Luca. 

 

Hai lavorato a lungo per una nota Agenzia di Comunicazione, ti manca un po' quel mondo e quanto ti è servito per il tuo lavoro di oggi?

G.B. Mi mancano i colleghi, che considero degli amici e compagni di viaggio.
Dato che mi occupavo di comunicazione, quel lavoro
mi è servito e mi serve moltissimo! 

 

Da qualche anno vesti anche i panni di insegnante alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze e Reggio Emilia.

Com'è questa avventura? Cosa di preme di più comunicare ai tuoi allievi?

G.B. Raccontare storie con le immagini non è scrivere letteratura: richiede un pensiero diverso.

Ecco, vorrei riuscire a trasmettere questo tipo di approccio, far cambiare il loro modo di concepire una storia.

I ragazzi, in cambio, mi trasmettono la loro passione ed entusiasmo, che sono davvero preziosi per non trasformare il lavoro in routine

 

Cosa impareranno i ragazzi che parteciperanno al Corso durante la mostra Percezioni?

Quali tematiche/argomenti proporrai loro?

G.B. Ovviamente in tre soli incontri potremo solo affacciarci sul mondo delle storie raccontate con le immagini, ma sarà per molti

una scoperta e uno stimolo ad essere curiosi e a imparare a guardare le figure!

 

 

Il Corso di Visual Storytelling rientra nelle attività della Mostra-Lab "Percezioni. L'illustrazione dall’Ottocento alla Prima Guerra Mondiale" - organizzata dall'associazione culturale Quiopenso - in Pinacoteca comunale di Cesena dal 9 ottobre al 7 novembre 2015.

 

Le lezioni si terranno sabato 10 ottobre alle ore 15:00, mercoledì 14 ottobre alle ore 17:00, sabato 17 ottobre alle ore 15:00

in Pinacoteca comunale a Cesena.

 

La partecipazione Ã¨ gratuital'iscrizione obbligatoriaPosti limitati! 

 

Per iscriverti vai a questa pagina!!!

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